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06 – Società di revisione sotto accusa e un italiano dagli USA racconta tutto

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A cura di
RadioBorsa

Il coraggio non è per tutti, ma solo per chi ce l’ha, come diceva Alessandro Manzoni, o per chi ancora non sa di averlo. E’ un’azione del cuore, non solo etimologicamente, una ginnastica per addestrarsi a un’esistenza capace di rifuggire la mediocrità e il consenso a tutti i costi

Così scrive Paolo Crepet in un libro dedicato al Coraggio, in tutte le sue accezioni, compresa quella di credere in se stessi per iniziare un rinascimento ideale e etico. A partire dal proprio quotidiano. Dalla vita di tutti i giorni. Dal lavoro di tutti i giorni, come quello di Mauro Botta, professione revisore dei conti di società quotate, che denuncia alla SEC la società per cui lavora, la PWC (acronimo di Price-Waterhouse-Coopers),  un colosso della revisione contabile. Un gigante da 42,4 miliardi di dollari di fatturato nel 2019.

Cosa denuncia Botta? Il conflitto di interesse. Tra società quotate e società di revisione. E documenta tutto.

Vigilati che vanno a braccetto con i vigilantes. Certificazioni che arrivano nonostante gravi carenze nei controlli interni e a volte anche nei numeri di bilancio. Poltrone girevoli tra autorithy e società di revisione. E collusioni tra le società di revisione e le società quotate in cambio di bonus e incarichi confermati. Revisori che vanno a braccetto con le società di cui dovrebbero controllare i bilanci pur di non perdere l’incarico omettendo di denunciare carenze nei controlli interni. E’ il gigantesco conflitto di interesse che insieme a Brett Whitaker, anche lui ex dipendente del colosso della revisione contabile PWC (acronimo di PricewaterhouseCoopers), Botta denuncia alla SEC.

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La sua storia viene raccontata da un articolo di Carlotta Scozzari su Business Insider. Volendo saperne di più chiediamo via Linkedin a Botta se è disponibile a una lunga intervista. Botta acconsente e decide di raccontare tutta la sua incredibile storia a RadioBorsa.com, cosa ha visto in diciotto anni di carriera alla PWC (dal 1999 al 2017) e il suo “Sogno California” infranto. Le decine di segnalazioni interne rimaste inascoltate, i molti incarichi da cui è stato rimosso per non essere stato sufficientemente flessibile con i clienti, l’impossibilità di comunicare agli azionisti delle società quotate di cui doveva certificare i bilanci che vi erano gravi carenze nei controlli interni.

Nel 2016 Botta decide di denunciare la sua società, la PricewaterhouseCoopers, alla SEC, la Consob americana. E scopre che anche in America esistono le poltrone girevoli tra vigilantes e vigilati. E che in America il conflitto di interesse è ancora più grosso che altrove. Come vuole testimoniare al Congresso degli Stati Uniti, facendo tremare tutto il sistema che si spartisce la revisione contabile delle società quotate. La Pwc smentisce tutte le accuse e sostiene che siano false e ha licenziato Mauro Botta che è determinato a raccontare alla Sec e al Congresso statunitense la sua storia. E in Italia la racconta qui a RadioBorsa perché questa è una vera storia di Borsa & Vita.

*** Aggiornamento del 02 agosto 2021 Mauro Botta il 26 luglio del 2021 ha perso la causa di licenziamento illegittimo contro PwC, la società di revisione dei conti per cui lavorava. 

Nel 2016 Botta era diventato un informatore della SEC, la Consob d’oltreoceano. Secondo l’ex revisore di PwC la sua azienda non era indipendente nei confronti dei suoi clienti. Sulla base della testimonianza di Botta, la SEC, come altri enti governativi a cui Botta ha presentato denuncia, non ha ritenuto di agire nei confronti di PwC.Nel 2017 PwC ha licenziato Mauro Botta che, ritenendo illegittimo il licenziamento, ha fatto causa al suo ex datore di lavoro accusandolo di averlo licenziato come ritorsione per essere diventato un informatore della SEC. Ma in tribunale il 26 luglio 2021 Botta ha perso la causa. Il giudice Tse ha riconosciuto come legittimo il licenziamento di Botta da parte di PwC con questa motivazione “Botta, alla fine, non ha presentato prove sufficienti per dimostrare che la sua denuncia alla SEC ha contribuito alla decisione di PwC di licenziarlo. La vicinanza temporale tra il suo reclamo e il suo licenziamento ha generato il sospetto, ma al processo quel sospetto non è stato confermato.” Qui la sentenza

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