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Lettera #22 Focus economico finanziario sulla guerra Russia Ucraina

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A cura di
RadioBorsa

Dopo una settimana negativa, ne iniziamo un’altra non proprio esaltante per molti indici azionari, ma non per quelli delle materie prime.

Viviamo strani tempi senza dubbio, perché dopo una pandemia mondiale a distanza di 2 anni una guerra ai confini dell’Europa tipo Sparta contro Atene anche no.

Per le azioni mondiali il mese di febbraio è stato negativo a causa dell’escalation della crisi fra Russia e Ucraina culminata con l’invasione ordinata da Putin a Kiev e dintorni.

L’oro in questo scenario si è confermato un rifugio su cui contare nei momenti più “folli” della storia come il dollaro Usa che ha assicurato una buona difesa insieme alle materie prime quasi senza eccezioni.

E dollaro Usa, oro e auriferi come commodity da tempi non sospetti sono presenti nei nostri portafogli più diversificati per cercare di ridurre in modo strategico la volatilità.

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A pagare il prezzo peggiore come bilancio nel mese di febbraio sono state le Borse di quei Paesi molto dipendenti dalla Russia in termini di interscambio e bolletta energetica, ovvero Germania, Italia, Finlandia (che acquistano il 96% del gas naturale dalla vicina Russia) e l’ Austria.

A peggiorare il quadro su alcuni comparti sono arrivate le sanzioni contro la Russia che, seppure pienamente legittime, possono ritorcersi anche contro la stessa Europa nel caso la crisi non si risolva velocemente, magari con un armistizio duraturo o ancora meglio con un crollo dall’interno del regime di Putin.

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