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Lettera #67.2 Divorzio tra MPS e AXA. E’ una buona o una pessima notizia?

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A cura di
RadioBorsa

Qualche giorno fa l’assicuratore francese AXA ha annunciato l’intenzione di vendere la quasi totalità della sua partecipazione nel capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena e da martedì 28 febbraio (dove è passato all’incasso) non è più fra gli azionisti della banca, avendo ceduto sul mercato quasi completamente il suo pacchetto di circa il 7,94%.

In pochi mesi questa incursione nel capitale ha fruttato circa 33 milioni di euro di plusvalenza, meno di quanto si sperava a Parigi, ma comunque non male.

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Il Tesoro italiano che detiene il 64% del capitale di MPS torna così sola al comando e non credo sia una bellissima notizia in vista dell’assemblea dei soci del 20 aprile, quando verrà rinnovato il consiglio di amministrazione. Come quello di Alitalia, il dossier MPS è sempre caldo.

Lo scorso anno si è intervenuti ancora su questa banca con un aumento di capitale (il settimo in 14 anni) da 2,5 miliardi per supportare l’ennesimo piano di rilancio e mettere in sicurezza i conti e il futuro della “banca più antica del mondo”.

Passata la paura dell’aumento di capitale andato a vuoto e dopo che il Tesoro ha iniettato altri 1,6 miliardi di euro, il titolo MPS si è risvegliato a Piazza Affari con una risalita di oltre il 50% negli ultimi 3 mesi.

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Questo grazie anche a una trimestrale comunicata al mercato superiore alle attese come utile netto nel IV trimestre e alle dichiarazioni molto fiduciose sul futuro della banca dell’attuale amministratore delegato di MPS, Luigi Lovaglio “dopo una lunga e difficile navigazione a vista (…) siamo in grado di scegliere il miglior porto sicuro (…) e sicuramente lo raggiungeremo”.

Ammiriamo la fiducia incondizionata dei banchieri, ma se guardiamo la raccolta diretta e indiretta di Monte dei Paschi di Siena ci sembra di vedere ancora un altro film. Al 31 dicembre scorso i volumi di raccolta diretta di Mps si erano attestati a 82 mld di euro (rispetto al 31 dicembre 2021 il dato risulta in flessione di 8,3 mld di euro) e quelli di raccolta indiretta si sono attestati a 92,4 miliardi (-12 miliardi),

Le masse continuano a diminuire, ovvero la banca a restringersi. Per fare un confronto storico, basti ricordare che 10 anni fa MPS valeva 250 miliardi circa di raccolta, di cui 136 miliardi di euro erano quella diretta e 114 quella indiretta. Rispetto al 2012 la banca in dieci anni ha perso il 30% della propria raccolta.

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