Le Borse di Londra, Parigi e Milano si trovano ai massimi degli ultimi 12 mesi e da diversi trimestri stanno sovraperformando rispetto all’indice azionario mondiale e non eravamo abituati da tempo a un recupero così tenace del Vecchio Continente rispetto al Nuovo.
Da inizio anno addirittura Parigi ha sopravanzato l’indice azionario mondiale a 3 anni grazie soprattutto alla forte presenza nel listino di titoli value (bancari ed energetici) e del lusso (LVMH soprattutto).
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Intanto, per quel che può valere, a fine gennaio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha alzato le previsioni di crescita globale per la prima volta dall’estate del 2021. Il prodotto interno lordo mondiale dovrebbe crescere del 2,9% quest’anno, invece del 2,7% stimato nel rapporto precedente.
Inoltre, la temuta inflazione sembra che si stia leggermente indebolendo. A gennaio, l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti è rallentato al 6,4% su base annua. Siamo ancora lontani dall’obiettivo del 2% della banca centrale statunitense, ma ci stiamo arrivando e soprattutto allontanando dal picco del 9,1% del giugno 2022.
Infine, i tassi a lungo termine stanno aumentando (I titoli di Stato Usa decennali hanno visto i loro rendimenti salire dal 3,51% al 3,8%), ma in modo silenzioso, senza preoccupare i mercati. Che considerano evidentemente questo rialzo dovuto a un dinamismo economico più sostenuto del previsto. E se guardiamo anche alle temperature… lo scenario catastrofico che alcuni temevano con i rubinetti del gas chiusi da Putin non sembra essersi realizzato.
La probabilità di un blackout energetico, dovuto alla mancanza di gas o elettricità in Europa, è scomparsa, grazie a un inverno particolarmente mite (e riserve super accumulate nei depositi dai governi). E anche la crisi sanitaria cinese sembra essere stata evitata, anche se il bilancio delle vittime sarà elevato, vista la fine delle misure drastiche prese dal governo cinese contro il Covid.
La svolta del Partito Comunista Cinese sul tema è stato di 180° e i centri commerciali sono rimasti aperti in queste settimane anche quando il numero di persone contaminate superava l’80%.
Come ha detto una volta Herb Stein, economista e consigliere di presidenti Usa come Richard Nixon and Gerald Ford, “ciò che non può andare avanti per sempre, si fermerà” e così è accaduto alla Cina, dove la politica pensava fallacemente di gestire con la dittatura e uno stato di polizia un virus.
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