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Lettera #38 Borse da incubo ma c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno

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A cura di
RadioBorsa

Il bilancio del primo semestre del 2022 dei mercati azionari (e anche obbligazionari) è fra i peggiori degli ultimi decenni. Ma come vedremo non è proprio qualcosa di “anomalo“.

Il mercato azionario statunitense ha chiuso il peggior primo semestre dell’anno dagli anni ’70 (con un -20% dell’indice S&P 500 e quasi -30% del Nasdaq) e anche l’indice azionario mondiale non se n’è di molto discostato per effetto soprattutto della continua impennata dell’inflazione e del rapido aumento dei tassi di interesse che hanno sollevato lo spettro della recessione.

E non meglio è andata al mercato obbligazionario dove le obbligazioni investment-grade, misurate dal fondo iShares Core U.S. Aggregate Bond, hanno perso l’11% avviandosi al peggior inizio d’anno di sempre mentre il settore dei cripto-asset (che secondo alcuni doveva essere l’alternativa più sicura nel segno della nuova finanza) ha bruciato quasi il 60% della capitalizzazione per effetto anche di numerosi fallimenti che sembrano ancora propagarsi, causando forti perdite sia agli investitori individuali che agli hedge fund specializzati.

Se si guarda l’andamento a un anno, il bilancio dei mercati è meno negativo. L’oro e soprattutto le materie prime si sono comportate decisamente meglio a 12 mesi. Le perdite si contano soprattutto sui mercati azionari emergenti (-14%), l’azionario europeo (-8%), mentre nonostante tutto a un anno l’S&P 500 (in valuta dollaro, quindi, con cambio non coperto) è ancora in lieve territorio positivo.

Una situazione economica e finanziaria mondiale e soprattutto europea che preoccupa comunque alcuni investitori che si domandano se questo susseguirsi di eventi estremi e imprevedibili (i cosiddetti “cigni neri”) e apparentemente sempre più ravvicinati negli ultimi lustri ci stia segnalando una possibile frattura con il passato e che dobbiamo quindi ragionare magari in termini completamente nuovi e differenti riguardo anche le strategie d’investimento.

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E quindi la domande delle domande è:

Questa volta sarà diverso?

Cosa ci possiamo aspettare dal futuro?

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