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Lettera #37 Se i mercati sono il male i fondi ESG non sono la soluzione

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A cura di
RadioBorsa

Per i mercati dopo tanto rosso finalmente si è rivisto un po’ di verde con Wall Street in risalita maggiore, mentre in Europa un po’ di rimbalzo c’è stato ma attutito dalle questioni spinose sempre sul tavolo. Dalla guerra in Ucraina con il prezzo di diverse materie prime fuori controllo alla difficile governance dentro l’Unione Europea e dentro la stessa BCE quando c’è da prendere decisioni difficili. Il rischio di recessione aleggia e le politiche di austerità rafforzate per frenare l’inflazione non aiutano i mercati.

Intanto un primo semestre così negativo a livello mondiale sul fronte azionario e obbligazionario non lo si vedeva da alcuni decenni e in Francia c’è chi ha evidenziato che dopo 6 mesi di rosso sul Cac40 nel 55% dei casi nei 6 mesi successivi gli indici sono riusciti a recuperare tutto e vedremo a fine anno se la fiducia di questo analista finanziario nella statistica era eccessiva.

Le valutazioni di molte società, soprattutto europee, sono arrivate a livelli veramente bassi che scontano già la recessione e anche fra i titoli di Wall Street alcune valutazioni iniziano a sembrare attraenti se l’orizzonte temporale non è di qualche mese e non ci sarà naturalmente l’Apocalisse.

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Come avevamo facilmente ipotizzato, la sovra-performance degli anni passati degli indici cosiddetti ESG rispetto a quelli tradizionali era un effetto della forte presenza di titoli soprattutto tecnologici e dell’assenza di titoli legati ad alcuni settori come il petrolifero. Il futuro cambia incessantemente e chi aveva investito massicciamente sui temi ESG ha capito forse la lezione.

Chi aveva creduto che bastava investire con attenzione ai temi ESG per ottenere sui mercati finanziari maggiori rendimenti e minori perdite sta scoprendo che il mondo degli investimenti è un po’ più complicato e avere a fianco un consulente finanziario indipendente può essere utile, visto che la sua libertà di giudizio non deve fare i conti con obiettivi di raccolta su prodotti da spingere o argomentazioni semplicistiche da cavalcare per far mettere la firma tratteggiata in fondo al contratto.

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