La notizia della settimana è la scomparsa di Silvio Berlusconi, 4 volte presidente del Consiglio, imprenditore multiforme e politico che ha segnato e modellato in modo significativo la vita di questo Paese. Nel bene o nel male secondo i punti di vista dei suoi simpatizzanti o avversari.
“Se un uomo ci crede può diventare un re” è una frase di Giacomo Casanova fra le sue preferite e si può dire che Silvio Berlusconi questa citazione l’abbia presa molto sul serio.
È diventato a un certo punto fra gli uomini più ricchi d’Europa con la televisione, ma quando Mike Bongiorno ricevette da Berlusconi un’offerta (che accettò) per mollare la Rai e chiese in giro notizie sul suo eventuale futuro datore di lavoro non fu molto rassicurato: “Un palazzinaro che non capisce niente di televisione” gli risposero.
Altri imprenditori ed editori importanti avevano provato a fare televisione rimettendoci palate di soldi e quella che diventerà Canale 5 (Telemilano),Berlusconi la rilevò per una lira simbolica.
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Una figura divisiva, sicuramente incandescente e controversa, quella di Silvio Berlusconi che ha affrontato decine di processi dove solo in un caso è stato condannato in via definitiva (nel 2013 per una frode fiscale), mentre nella maggior parte è riuscito ad uscirne illeso, perché assolto (13 volte), archiviati (10 volte) o per prescrizione dei reati (8), amnistie (2) o perché “il fatto non costituisce reato” o “non sussiste”.
Centinaia di analisti e giornalisti in tutto il mondo si interrogano da lunedì mattina sulla sua eredità economica, finanziaria e politica, visto che dal 1994 era “sceso in campo”.
Che succederà ora al suo impero quotato? E a Forza Italia?
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