Diverse Borse europee e non solo hanno registrato la quarta settimana di rialzi con un mese di ottobre positivo come non si vedeva da 7 anni.
Che cosa ha provocato questo rimbalzo delle quotazioni? Le trimestrali pubblicate dalle società si stanno rivelando eterogenee e non è lì tanto che bisogna guardare, ma al fatto, probabilmente, che il mercato sta di nuovo scommettendo che l’aggressiva campagna sui tassi di interesse della Federal Reserve statunitense si stia avvicinando alla fine e con un 2023 dove vedremo magari i banchieri centrali diventare meno falchi e più colombe.
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Intanto l’inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona è salita a un record del 10,7% in ottobre (di gran lunga superiore al 10,2% previsto dagli economisti).
Tutto sta salendo di prezzo e al tempo di Halloween e di “dolcetto o scherzetto” fa sorridere scoprire che esiste anche negli Stati Uniti un indice dei prezzi al consumo dei prezzi delle caramelle e delle gomme da masticare che è volato al rialzo negli ultimi mesi.
Ed è interessante osservare, al di là di questo segmento, che negli Stati Uniti il settore alimentare, e più in generale quello dei “consumer staples”, ovvero dei beni di prima necessità, si sia mostrato molto più forte del mercato con una performance a oggi leggermente positiva contro il -19% del mercato azionario statunitense globale.
Il settore dei beni di prima necessità comprende le imprese le cui attività sono tradizionalmente meno sensibili ai cicli economici. Include produttori e distributori di cibo, bevande e tabacco e produttori di articoli per la casa non durevoli e prodotti per la persona. Ne fanno parte anche aziende di vendita al dettaglio di prodotti alimentari e farmaci, ipermercati e superstore per i consumatori.
Dentro questo ampio settore, il “food e beverage” si è difeso tutto sommato bene, mentre non lo stesso si può dire dei prodotti per la casa o l’igiene personale che hanno patito una domanda più debole e attenta al fattore prezzo soprattutto in Europa.
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