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Lettera #53.2 Storie di Borsa: investire sui giovani e il metaverso o puntare sulla terza età?

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A cura di
RadioBorsa

Il 2022 passerà probabilmente alla storia come una sorta di anno maledetto per la maggior parte degli investimenti, ma proprio per questo motivo non vanno sprecate le straordinarie lezioni che ci sta fornendo per farne tesoro per il futuro.

Salvo naturalmente non considerarsi investitori baciati dalla fortuna che non sbagliano un colpo e che possono sottrarsi agevolmente alle spietate leggi del mercato, perché dotati anche di quei straordinari poteri di chiaroveggenza che possono consentire di essere investiti solo sui titoli che salgono di più, evitando tutto il resto.

Purtroppo questo non è possibile e tra le lezioni che il 2022 ci sta offrendo quella di non avere portafogli “compra e tieni” concentrati su pochi titoli e in particolare su azioni dirette. Ragione per cui nei nostri portafogli consigliati preferiamo di gran lunga attuare una diversificazione tramite ETF piuttosto che tentare il “colpo grosso” con pochi titoli in grado di “spaccare”.

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Se si vogliono proprio inserire dei titoli diretti, meglio averne di ciascuno un peso bassissimo e con un’elevata diversificazione, perché il “rischio specifico” (ovvero la possibilità che sulla singola società si abbatta un “tornado” di qualsiasi natura) non va mai trascurato.

Anche perché chi investe deve già fronteggiare un altro rischio non eliminabile che è quello generico (detto anche “sistematico”) che ha a che fare con la fluttuazione dei mercati che possono avere un impatto su qualsiasi titolo a prescindere dalla sua qualità.

Nell’ultima settimana, questa pericolosità si è resa evidente con alcune storie di mercato, note e meno note, che hanno reso ancora più evidente cosa significa puntare troppo massicciamente su titoloni e titolini.

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C’è il caso noto a tutti di Meta Platforms (Facebook) che in seguito alla pubblicazione dei dati trimestrali ha visto le azioni perdere un quarto del valore non nel Metaverso, ma a Wall Street. Dai massimi del settembre 2021 (non parliamo di secoli fa) il titolo ha perso oltre il 70% ed è tornato indietro ai livelli di inizio 2016.

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