Negli ultimi giorni sui mercati finanziari mondiali si è tornata a vedere un po’ di volatilità, e sicuramente uno dei colpevoli è stata la scoperta della nuova variate sudafricana del Covid-19.
La nuova variante B.1.1.529 denominata Omicron è stata inizialmente presentata venerdì come una sorta di nuova “peste” e non c’è quindi da stupirsi se le vendite hanno spinto massicciamente all’ingiù i listini, mentre già nel fine settimana sono iniziati a filtrare scenari meno foschi.
La presidente della South African Medical Association, la dottoressa Angelique Coetzee, considera “prematuro” prevedere una crisi sanitaria legata alla diffusione della variante Omicron del Covid-19: “È solo una speculazione in questa fase. Può essere che sia altamente contagiosa, ma finora i casi che vediamo sono estremamente lievi” ha detto.
Che la variante Omicron sia “cattiva” o meno, a leccarsi le ferite sono intanto i risparmiatori che avevano puntato massicciamente sulla Turchia e sui titoli obbligazionari ad alta cedola che fino a qualche anno fa venivano collocati a piene mani o ricercati dagli investitori in cerca di “rendite periodiche”.
Da inizio novembre la situazione è ulteriormente precipitata (oltre il 15% il crollo della lira turca), poiché il presidente Recep Tayyip Erdogan ha scelto di andare in direzione ostinata e contraria e con l’aumento dell’inflazione al 20% ha pensato bene di spingere la banca centrale turca (che non gode evidentemente di grande autonomia) a tagliare il costo del denaro in Turchia.
L’opposto di quello che si è sempre fatto e la genialata turca che sembra sfidare le leggi dell’economia non sta infatti funzionando molto.
Commenti recenti