Il tempo che stiamo vivendo è eccitante, trasferisce energie positive, se hai la fortuna di essere avido di novità, se hai la leggerezza ironica di analizzarlo in libertà, se sai cogliere parte dei segnali deboli che produce, puoi dare un contributo alle tante persone perbene che ti leggono
Riccardo Ruggeri, autore di questa citazione, non è nato “Ai bordi di periferia, Dove i tram non vanno avanti più, Dove l’aria è popolare, È più facile sognare, Che guardare in faccia la realtà” come cantava Eros Ramazzotti.
Ruggeri è vissuto in pieno centro a Torino, in via Vittorio Veneto, ma per molti anni della sua vita il mondo l’ha guardato e osservato da una portineria, quella in cui abitava con i suoi genitori e nonni. Come i suoi genitori e i suoi nonni inizia come operaio alla FIAT a 18 anni. 25 anni dopo lo troviamo nella stanza dei bottoni: a 56 anni è l’artefice della fusione delle società Fiat e Ford nella New Holland, un colosso nelle macchine agricole e di movimento terra, che guida da Londra in qualità di CEO (amministratore delegato) con risultati eccezionali fino alla quotazione a Wall Street, nel 1996.
Il segreto del suo riscatto sociale? Buone letture fin dalla più tenera età: i libri in casa sua non mancavano e questa buona abitudine impegna tutti i suoi ritagli di tempo. Un interesse intellettuale verso una disciplina oggi insegnata in tutte le scuole di management: l’organizzazione del lavoro di cui diventa autodidatta. Così quando la Fiat ingaggia una società di consulenza per riorganizzare l’azienda e ha bisogno di operai che spieghino come funziona, Ruggeri emerge. Il treno passa e lui si fa trovare con la valigia pronta.
La società di consulenza avvisa la dirigenza che è sprecato fargli fare l’operaio, di dargli spazio. Negli anni tratta tutte le patate bollenti della società: rami aziendali di cui nessuno si vuole occupare perché sono in perdita e vanno male. Diventa l’uomo delle crisi. E c’è un metodo per affrontarle, come spiega in questa intervista, in cui racconta la sua vita professionale, il difficile momento che sta attraversando il Paese e come affrontarlo, l’evoluzione del capitalismo che ha reso molto più lento l’ascensore sociale e più agguerriti e subdoli i nemici da combattere.
Ruggeri non ha dimenticato le sue umili origini e finito il suo percorso professionale, aiuta le donne e i bambini in difficoltà attraverso la Hagar International Foundation. Lui, che ha perso il padre giovanissimo, sa che ci vuole qualcuno che ti tende la mano nei momenti difficili per poter ripartire con le tue gambe. Negli ultimi venticinque anni, oltre alla filantropia, Ruggeri ha fondato una casa editrice, Grantorino, che ricorda il famoso film di Clint Eastwood e la sua squadra del cuore, ha scritto diversi libri, scrive sul suo blog RiccardoRuggeri.eu e si è inventato un giornale online con zero costi e zero ricavi ma pieno di contenuti: Zafferano (https://www.zafferano.news).
Inventore di eccezionali neologismi, osserva la realtà italiana e l’evoluzione del capitalismo dal suo buen ritiro svizzero con uno sguardo pungente e disincantato. Perchè non è sempre vero che si stava meglio quando si stava peggio.
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