Search
Home | Lettera #75 Basta un poco di zucchero, petrolio, gas e il portafoglio va su?

Lettera #75 Basta un poco di zucchero, petrolio, gas e il portafoglio va su?

Ascolta il podcast
A cura di
RadioBorsa

Fra i settori da inizio anno fra i più deludenti spicca quello delle commodity e dei titoli dell’energia che negli scorsi anni erano stati fra i migliori.

Da inizio anno un indice delle materie prime molto seguito come il Bloomberg Commodity Index è in discesa di circa il 10% (nel 2022 era salito del 20,75 e nel 2021 quasi del 40%) e l’energia (una delle componenti con maggior peso nel paniere ovvero il 30%) vede il petrolio WTI in discesa di circa l’11% (in euro) da inizio anno, mentre il Natural Gas addirittura del -56% se si guarda l’andamento dell’ETF WisdomTree Natural Gas quotato a Piazza Affari. Livelli che non si erano mai toccati e sta facendo strage di molti piccoli risparmiatori o trader che avevano puntato su questa commodity che dopo l’invasione di Putin in Ucraina aveva visto fino ad agosto 2022 triplicare quasi le quotazioni per poi iniziare un’inversione di marcia clamorosa.

Ci sono da inizio anno anche naturalmente materie prime che salgono (e molto) come lo zucchero (+43%) da inizio 2023 che ha raggiunto livelli che non si vedevano da un decennio dopo che la siccità ha fatto appassire i raccolti di alcuni dei maggiori produttori mondiali (Brasile e India dominano il mercato). Allo stesso tempo, la domanda rimane forte, poiché lo zucchero raffinato è un ingrediente importante per prodotti da forno, caramelle e bevande analcoliche, mentre la canna da zucchero viene anche utilizzata per produrre etanolo. 

Iscriviti a La lettera settimanale

Seppure il prezzo della zolletta sale molto “non basta un poco di zucchero”, come cantava Mary Poppins, perché l’indice delle commodity vada su visto che il suo peso sul paniere è inferiore al 3%.

Investire sulle azioni espone a una certa volatilità, ma investire sulle materie prime è ancora più rischioso, perché il sottostante, va ricordato, che sono spesso contratti derivati che per una serie di fattori tecnici (come il cosiddetto “contango”) tendono nel tempo a giocare contro l’aumento dei prezzi. Se poi si acquistano con l’uso della leva finanziaria (molti ETC e certificati la usano) l’effetto viene amplificato e addirittura può portare all’azzeramento dell’investimento. 

L’investimento “compra & tieni” per il lunghissimo termine nella maggior parte delle materie prime va quindi attentamente ponderato conoscendo bene le “leggi” che regolano questo mercato e, in proposito, nelle scorse settimane, abbiamo aggiornato una nostra mini-guida dedicata disponibile gratuitamente in questo approfondimento

ISCRIVITI AL NOSTRO PODCAST

Il mercato delle materie prime comprende tutti i beni grezzi che vengono estratti o prodotti in natura. Questi includono oro, petrolio, grano, cotone e molti altri. I prezzi delle materie prime sono influenzati da una serie di fattori, tra cui l’offerta e la domanda, i tassi di interesse e le fluttuazioni valutarie.

Il catalogo di strumenti per avvicinarsi a questo mercato è sempre più ampio. Non solo i “tradizionali” future trattati alle Borse di Chicago o Londra, ma anche fondi d’investimento, certificati, covered warrant e sempre più Etc,ovvero la versione “commodity” degli Etf. Fondi passivi che consentono di replicare l’andamento di un paniere di materie prime.

È un mercato interessante, ma va molto approfondito, perché non è un mercato che si può affrontare a “sentimento”. 

Nell’analisi che abbiamo pubblicato abbiamo provato a spiegare le variabili in gioco e come possono entrare alcune commodity (in modo diretto o indiretto) nei nostri portafogli consigliati. 

https://soldiexpert.com/moneyreport/investire-sulle-materie-prime/15611/?smclient=8ab7d0db-3b0d-4f97-8182-76a2fabfaf0f&smconv=618bce49-27a3-4193-8110-2123d6a7dcfc&smlid=11&utm_source=salesmanago&utm_medium=email&utm_campaign=MSG_MANUALE_2305_08_Lettera16Maggio

Ulteriori contenuti di questo show

Commenti recenti

    Podcast n° 100