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Lettera #36.1 BTP Italia: tra inflazione e scudo anti spread un’ancora sicura?

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A cura di
RadioBorsa

Quella trascorsa è stata un’altra settimana nera per i mercati obbligazionari e, in particolare, per il debito pubblico italiano che è tornato a scottare, tanto che lo spread a un certo punto è arrivato sopra quota 250, ovvero il rendimento di un BTP con scadenza a 10 anni il 14 giugno era del 4,2%, mentre quello di un analogo titolo tedesco (Bund) dell’1,7%.

Per qualche ora i titoli di Stato italiani sono arrivati a superare come rendimento (e quindi come rischio) anche quelli greci.

Peggio di noi come debitori fra i Paesi dell’Unione Europea solo l’Ungheria (8,7% il rendimento del decennale) e la Repubblica Ceca (5,77%).

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Siamo tornati a essere insomma la pecora nera d’Europa anche per l’entità del nostro debito pubblico (quasi 2760 miliardi di euro ovvero in rapporto al Pil meglio del Giappone, ma quasi peggio delle isole Barbados) e mercoledì 15 giugno la Banca Centrale Europea ha convocato una riunione d’emergenza per affrontare soprattutto il problema dell’Italia nel tentativo di raffreddare lo spread.

La misura provvisoria di reindirizzare alcune delle obbligazioni in scadenza acquistate come stimolo pandemico nei paesi dell’Eurozona in difficoltà è stata evidentemente giudicata dai mercati troppo esigua (difficile svuotare un oceano con un catino) e la BCE ha promesso ora di accelerare i lavori su un nuovo “strumento anti-frammentazione” (una sorta di nuovo bazooka anti spread) come soluzione a lungo termine.

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