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Lettera #5 Tra la miseria della stagflazione e commissioni del 6% sui fondi

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A cura di
RadioBorsa

La settimana borsistica è partita in negativo come reazione alle notizie arrivate all’alba di lunedì sul rallentamento dell’economia cinese. Il PIL della seconda economia mondiale è cresciuto del 4,9% su base annua nel terzo trimestre, il dato più debole dell’anno, rispetto al +7,9% nel periodo aprile-giugno.

La crescita ha risentito in particolare della carenza energetica. Il governo cinese sta limitando le forniture, dall’acciaio al cemento: il risultato è una minore produzione e una maggiore inflazione.

Il governo cinese prevedeva fino a poche settimane fa comunque che l’economia cinese sarebbe cresciuta del 6% per tutto il 2021, il Fondo monetario internazionale stimava l’8% e la Banca asiatica di sviluppo l’8,1%.

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Ma ora si teme un rallentamento dell’economia cinese sia a causa della mancanza di energia, sia per i timori sull’inflazione, alimentati dall’aumento dei prezzi delle materie prime mentre c’è ancora la grana immobiliare Evergrande da gestire.

Sui giornali ricorre la parola STAGFLAZIONE e nel primo approfondimento della lettera settimanale ti spieghiamo cosa significa questa parola e l’indice della miseria, di cui avrai sentito parlare un po’ meno spesso.

Il secondo approfondimento non riguarda invece la povertà ma la ricchezza, visto che ti raccontiamo il Rapporto shock di Mediobanca sulle commissioni incassate sui fondi d’investimento da Azimut, Mediolanum, Fineco, Banca Generali e Anima.

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