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Lettera #3 Investire immobiliare che succede ora? Addio a Bernard Tapie, il Berlusconi di Francia

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A cura di
RadioBorsa

La settimana passata sui mercati azionari ha visto il segno rosso quasi dappertutto e il mese di settembre ha segnato di fatto una battuta d’arresto per le Borse, condizionate dalle preoccupazioni su nuove restrizioni normative in Cina, strozzature nelle forniture, timori di contagio dal possibile default del colosso immobiliare cinese Evergrande, tapering della FED ovvero riduzione della leva monetaria proprio quando l’inflazione sta iniziando a rialzare la testa. 

L’indice azionario mondiale Msci ACWI (All Country World Index), che rappresenta l’andamento sintetico delle azioni mondiali, ha perso oltre il 4% che rappresenta il peggior risultato dal marzo 2000 quando scoppiò la pandemia. Il trimestre segna però un -1,4% dopo 5 trimestri consecutivi al rialzo e l’andamento da inizio anno sfiora comunque il +10%. 

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Riguardo il settore immobiliare, che in Borsa è rappresentato dalle società che possiedono e nella maggior parte dei casi gestiscono immobili che producono reddito (soprattutto “Reit” negli Stati Uniti ovvero Real Estate Investment Trust o SIIQ in Italia), ci sono molte tendenze anche contrastanti. Esaminiamole in questo approfondimento sul settore in cui parleremo di particolari società immobiliari quotate in Borsa, a cui gli investitori guardano con sempre maggiore attenzione.

La pandemia e il post pandemia potrebbero creare nel settore immobiliare diverse tendenze nuove e alcune sono già sotto gli occhi di tutti e vanno tenute in osservazione.

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Un pensiero sulla morte di Bernard Tapie, l’uomo, finanziere e imprenditore dalle mille vite che è morto domenica a Parigi a 78 anni per un tumore allo stomaco.

In Francia, in queste ore non si fa che parlare di lui e della sua controversa carriera, ma con l’onore delle armi. Nei prossimi giorni doveva tornare in tribunale per una sentenza di appello e aveva chiesto ai suoi medici di “resistere sino a quella data”. Ma lassù hanno deciso diversamente. 

E i suoi eredi (la moglie e i 4 figli) si trovano di fronte ora davanti una situazione interessante. Possono ereditare la fortuna del padre, stimata 300 milioni di euro, secondo il quotidiano francese Liberation, ma i creditori e soprattutto i liquidatori dell’ex Credit Lyonnaise reclamano qualcosa come 400 milioni di euro. 

Ma Bernard Tapie si racconta che ha lasciato istruzioni ai suoi eredi perchè ne escano comunque bene e con un bel po’ di proprietà e spiccioli. 

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