Per gli amanti delle statistiche azionarie novembre è mediamente un mese positivo per l’85% dei casi, anche se va detto che arriviamo da un ottobre strepitoso per i mercati azionari sospinti soprattutto dai risultati aziendali nel terzo trimestre.
Mentre poco più della metà delle azioni dello STOXX 600 e dell’S&P 500 hanno già pubblicato i propri conti, più di sette società su dieci in Europa e più di otto su dieci negli Stati Uniti hanno fatto meglio del previsto in termini di utili per azione, “una proporzione vicina ai massimi storici”, sottolinea Barclays.
Questi utili in forte aumento hanno permesso ai multipli di valutazione di arretrare leggermente su entrambe le sponde dell’Atlantico nonostante il rialzo degli indici azionari.
Molte società, piene di liquidità grazie alla rapida ripresa dell’attività, hanno anche annunciato nuovi programmi di riacquisto di azioni, fornendo ulteriore supporto ai mercati azionari.
A vedere i mercati, comunque, i rialzi non sono acritici e incondizionati e lo si è visto negli Stati Uniti come in Europa, Italia compresa, quando le trimestrali hanno deluso le aspettative o le società si sono trovate in difficoltà finanziarie come è successo con il titolo ePrice in caduta nell’ultimo mese del 76% e fra i peggiori titoli di Piazza Affari a ottobre.
Alla Borsa di Parigi, Worldline ha perso più del 20% questo mese, firmando la peggiore performance dell’indice CAC 40, a causa di risultati e prospettive deludenti.
Chi pensa che l’obbligazionario sia un porto sicuro dal rischio e che si possa guadagnare il 2/3% all’anno o più sulla parte bond e in modo “sicuro” è come spieghiamo da oltre un anno purtroppo su un pianeta che oggi non c’è più (il passato è passato) e nelle prossime settimane proverò a raccontare in un video qualcosa di questo mercato poiché ogni tanto qualche risparmiatore mi racconta di detenere BTP che gli rendono il 4% (confondendo cedole facciali e rendimento annuale a scadenza) o di ETF o fondi che rendono il 5%.
Questa settimana si affronta anche nella Letterasettimanale il caso SixthContinent , una società specializzata in shopping card che è entrata in una situazione di difficoltà e si spiega cosa è successo rispondendo così anche ai risparmiatori che avevano acquistato le azioni della società italiana in crowdfunding o quelle della capogruppo Usa che erano state collocate a diversi investitori italiani.
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