La settimana attuale è particolarmente ricca di dati, dal tasso di inflazione statunitense alla
decisione sui tassi di interesse delle principali banche centrali al mondo.
Alcuni Dati comunicati si sono dimostrati sopra le attese visto che su base annuale, il dato generale dell’inflazione ha messo a segno un +7,1%, meno del 7,3% delle attese. E il dato “core” (ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici) è cresciuto del 6%, con le attese che erano per un +6,1%.
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Se guardiamo agli indici, dicembre non è iniziato benissimo e questo in contrasto alle statistiche che indicano l’ultimo mese dell’anno come quello dove storicamente (dal 1928 a oggi) ci sono maggiori probabilità di vedere rialzi (il 73%) piuttosto che ribassi.
Le statistiche come le performance passate vanno poi sempre prese “cum grano salis” e quest’anno fra i mercati azionari peggiori come performance troviamo quello del Vietnam che quest’anno al momento sta perdendo circa il 34% dopo il +43% del 2021. E la Borsa del Vietnam sta andando perfino peggio di quella dello Sri Lanka, un paese emergente che quest’anno è scivolato in bancarotta.
E le perdite sono state persino superiori a quelle dell’indice russo RTS, che sta subendo sanzioni internazionali a causa della guerra di aggressione contro l’Ucraina.
E questo nonostante l’economia vietnamita stia andando benissimo e si prevede che il Pil possa crescere quest’anno dell’8%!
Come ha commentato Mathias Peer, corrispondente del quotidiano tedesco Handelsblatt del sud-Est asiatico, che scrive sullo sviluppo economico dell’India e del sud-est asiatico “anche le storie di successo economico possono avere una brutta fine per gli investitori. In Vietnam, questa lezione viene insegnata agli investitori in modo particolarmente doloroso”.
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