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Lettera #29.2 Il prezzo del Nickel vola: non tutti però guadagnano come Volkswagen

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A cura di
RadioBorsa

È comprensibile che in questa situazione di incertezza economica e geopolitica l’andamento di alcuni settori è sotto pressione come quello automobilistico.

A marzo sono state immatricolate in Europa 844.000 auto, oltre il 20% in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il calo è stato più alto in Svezia con quasi il 40 per cento, seguita dalla Danimarca con meno 38,4 per cento.

E le vendite sono diminuite significativamente anche nei maggiori mercati di vendita dell’Unione Europea (UE). In Italia il meno è stato di quasi il 30 per cento, in Francia del 19,5 per cento e in Germania del 17,5 per cento.

Nel primo trimestre in Europa sono stati venduti poco più di 2,2 milioni di veicoli, con un calo di oltre il dodici percento.

Il marchio Volkswagen ha perso quasi il 30% nell’Unione Europea e anche Stellantis ha perso quasi un terzo delle vendite rispetto a un anno, la BMW si è ridotta del 17,8%, la Mercedes ha perso il 13,2% mentre Porsche, invece, mostra un lieve aumento (più 4,8%).

E in altre regioni del mondo, i numeri sembrano anche peggiori. Quasi il 16% in meno di veicoli è stato venduto negli Stati Uniti e oltre il 17% in Giappone nel primo trimestre. Nella Russia sanzionata , il mercato delle vendite è crollato del 29%.

Il declino in Europa è legato, tra l’altro, alle catene di approvvigionamento interrotte a causa della guerra tra Russia e Ucraina, visto che il Paese invaso dalla Russia è anche un luogo di produzione di cablaggi per numerose case automobilistiche soprattutto tedesche.

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In Borsa il settore automobilistico europeo perde quasi il 15% da inizio anno, ma si comporta meglio di altri settori come il Retail (-29%), il tecnologico (-24%) e quello industriale.

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