Impossibile fare ora previsioni per capire a che punto siamo perché tutto dipende da Vladimir Putin se marcerà comunque imperterrito verso Kiev o preferirà a un certo punto negoziare perché la partita sta diventando magari troppo complicata anche per Mosca.
Nella settimana passata si è assistito a un leggero recupero delle Borse europee di circa il 2-3% dopo il tonfo a 2 cifre della settimana precedente, mentre gli indici chiave azionari statunitensi sono arretrati di circa un 2-3%.
Da inizio anno troviamo fra le borse peggiori quella russa (-80%) che ha sospeso le quotazioni fino al 18 marzo secondo la Banca Centrale Russa ma male anche Cina e Nasdaq Usa (intorno al -20%), Italia (-15%), mentre al top troviamo invece la borsa turca (+3,3%) e soprattutto quella brasiliana (+23%).
L’attuale situazione di forte rialzo delle materie prime va quindi inquadrata nella situazione complicata in cui ci troviamo dove a una domanda già forte di materie prime per effetto della transizione energetica e dell’avvio in molti Stati di massicci interventi di rilancio edilizio e infrastrutturale, si è sommato uno shock come una guerra. Che coinvolge 2 importanti Paesi produttori di materie prime, come Russia e Ucraina.
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