L’indice S&P 500 ha toccato il 26° massimo dell’anno, trainato soprattutto dai “Magnifici 7”. A frenare la borsa italiana è stato il settore bancario, a causa di voci su possibili interventi del governo che potrebbero posticipare le detrazioni fiscali per le banche.
La Fed taglia i tassi, spingendo i mercati: ha abbassato i tassi di interesse di un quarto di punto, una mossa attesa che ha aumentato la propensione al rischio degli investitori.
Fitch promuove l’Italia alzando il giudizio sul debito sovrano italiano da BBB a BBB+. La decisione è stata motivata da miglioramenti nelle entrate fiscali, un controllo sulla spesa pubblica e la stabilità del quadro politico. Di conseguenza, gli spread dei BTP rispetto ai titoli tedeschi e francesi si sono ridotti.
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Si è registrato un forte rialzo per le società legate all’uranio. A guidare il settore è stata Oklo, azienda di micro-reattori nucleari, il cui titolo è salito del 68%. Questa crescita è sostenuta dalla normativa pro-nucleare, dalla crescente domanda di energia da parte delle aziende Big Tech per l’IA e da un accordo tra USA e Regno Unito per ridurre la dipendenza dal combustibile russo.
L’inutilità di prevedere i mercati: Salvatore Gaziano di SoldiExpert SCF sottolinea come sia impossibile prevedere con certezza l’andamento dei mercati, citando l’esempio di Alan Greenspan che nel 1996 parlò di “esuberanza irrazionale” poco prima di un rally del 500% del Nasdaq.
La parabola di Michael Burry: famoso per aver previsto la crisi del 2008 (“La grande scommessa”), le sue successive previsioni apocalittiche si sono sempre rivelate errate: dopo ogni suo allarme, l’S&P 500 ha registrato significative crescite. Questo dimostra che un’intuizione geniale non garantisce infallibilità futura: a fine luglio 2025, l’investitore ha cambiato completamente strategia, abbandonando le scommesse al ribasso e puntando su un rialzo dei prezzi, in particolare con l’acquisto di opzioni call per oltre 500 milioni di dollari.
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