La settimana passata è stata ancora fra le montagne russe con l’Europa in recupero, ma Wall Street in affanno nonostante la seduta di venerdì con il Nasdaq soprattutto in forte rimbalzo.
Le prospettive per l’economia, l’inflazione e la politica monetaria restano particolarmente torbide e i colli di bottiglia nelle consegne, la guerra in Ucraina come il forte rallentamento cinese creano incertezza unita alla domanda delle domande, ovvero se la Federal Reserve americana riuscirà a frenare l’inflazione con le sue misure senza soffocare la crescita economica.
Le valutazioni delle società in compenso che soprattutto negli Stati Uniti apparivano molto superiori alla media sono tornate quasi nei binari e con un rapporto prezzo/utili previsionali (P/E) di 17, l’S&P 500 è solo appena al di sopra della media a lungo termine di 16.
Se il proprio portafoglio è coerente con i propri obiettivi finanziari, è ben diversificato e non è stato costruito con prodotti iper costosi e di “moda” è consigliabile, in queste fasi, mantenere il sangue freddo senza affidarsi alle previsioni del momento, poiché non valgono quasi nulla come ci ricordano puntualmente i mercati.
Le previsioni formulate qualche mese fa dalla banca d’affari JP Morgan confrontate con quanto è invece accaduto in questi mesi ci riportano sulla terra e ci ricordano, come diceva il premio Nobel per la fisica, Niels Bohr, che “fare previsioni è una cosa molto difficile, specialmente se riguardano il futuro”.
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