L’energia nucleare sta vivendo una sorta di rinascita nel dibattito sulla transizione energetica e le nuove centrali elettriche dovrebbero essere più sicure e produrre meno rifiuti.
La scorsa settimana a favore dell’opzione energia nucleare si sono espressi fortemente i n.1 e 2 di Linde AG, multinazionale globale chimica tedesca e fra le più grandi aziende al mondo nella produzione di gas industriale.
Sul tema del nucleare (anche per i possibili risvolti legati agli investimenti borsistici), ne ho scritto recentemente per il quotidiano Domani nella pagina settimanale rispondendo a un lettore interessato a capire come investire su questo tema, i pro, i contro e le opzioni.
Negli ultimi cinque anni, il clima per l’energia atomica è sensibilmente migliorato. La causa è l’inesorabile aumento delle temperature globali e l’idea ormai crescente di diversi esperti è che non saremo in grado di mantenere la rotta solo usando le rinnovabili ed è consigliabile puntare su un mix di energie.
Nel complesso, dalla fine degli anni 2000, la quota del nucleare nella produzione di elettricità è rimasta stagnante intorno al 10%.
Nell’ultimo anno, i prezzi dei titoli delle società principali del settore sono più che triplicati, ma l’uranio scotta e può essere altamente radioattivo nei portafogli, se si considera che nell’ultimo decennio alcune società quotate sono arrivate anche a perdere (per esempio dopo il disastro nucleare di Fukushima nel 2011) oltre l’85% del proprio valore.
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