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Lettera #51.2 Crowdfunding: fai attenzione perchè scotta…

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A cura di
RadioBorsa

Fra le “vittime collaterali” della salita dei rendimenti e di un mondo diventato più rischioso per tutte le attività imprenditoriali sicuramente c’è il capitolo degli investimenti cosiddetti “alternativi” che si trovano ad affrontare un contesto di mercato nettamente più sfidante di quanto era stato prospettato ai sottoscrittori. 

I rendimenti offerti dagli investimenti “tradizionali” sono, infatti, nettamente risaliti e hanno il vantaggio di essere comunque liquidabili alla bisogna, mentre quelli “alternativi” restano illiquidi, spesso poco trasparenti e dai rendimenti incerti e con un tasso di fallimento (“default”) che in un simile contesto di mercato può solo salire.

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In questi anni e in tempi non sospetti abbiamo a più riprese espresso i nostri dubbi su alcuni tipi di investimento troppo ottimisticamente venduti a risparmiatori “paperoni” come per esempio il “private equity” (fondi d’investimento con partecipazioni in società non quotate) o il “private debt”  (fondi d’investimento con obbligazioni di società non quotate).

Vi è una versione anche popolare del “private equity” e del “private debt” che è il crowdfunding che sta attraversando in Italia una fase meno brillante di quello che comunemente si racconta a un pubblico spesso di “millennial” o investitori alle prime armi che si fidano spesso troppo acriticamente di quanto viene raccontato.

Cos’è il crowdfunding? Letteralmente si potrebbe tradurre come “finanziamento dalla folla”, ovvero collettivo, e si può paragonare a una sorta di colletta online dove è possibile finanziare anche con piccole cifre iniziative imprenditoriali con capitale di rischio (diventando quindi soci) o credito (in cambio di un interesse). 

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Esiste anche la possibilità di donare per una causa o un progetto in modo disinteressato ovvero senza alcun ritorno. 

Si tratta, quindi, di uno strumento di finanziamento alternativo che non passa attraverso circuiti e strumenti tradizionali, in particolare bancari, ma richiede risorse finanziarie agli utenti di Internet per finanziare un progetto. Imprenditoriale ma non solo.

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