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Lettera #44.2 Obbligazioni e fondi obbligazionari. Attenzione a chi ci fa la cresta!

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A cura di
RadioBorsa

Il 2022 verrà ricordato sicuramente per tanti eventi, ma a livello economico sarà ricordato perchè siamo passati da un regime deflazionistico a uno inflazionistico e per i mercati obbligazionari questo non è il miglior scenario.

Da inizio anno, in tutto il mondo il mercato obbligazionario ha visto i prezzi dei bond scendere anche a 2 cifre.

Per la prima volta da quando è stato lanciato nel 1990 l’indice dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie globali di buona qualità curato da Bloomberg è sceso del 20% dal picco di un anno e mezzo fa.
Dal 1990 al suo picco all’inizio del 2021, l’indice Bloomberg è aumentato di oltre il 450%.

Basti pensare che solo lo scorso novembre 2021 le obbligazioni a rendimento negativo nell’area euro superavano il 67% dell’ammontare complessivo in essere e valevano 9000 miliardi di euro. A metà 2022 l’importo si è ridotto a 809 miliardi di euro.

Se i tassi d’interesse salgono per cercare di stare dietro all’inflazione e alle mosse al rialzo delle banche centrali, i prezzi delle obbligazioni non possono che scendere, ovvero perdere di valore per una pura ragione matematica.

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Se un’obbligazione a dicembre dello scorso anno aveva un rendimento dell’1% e ora i rendimenti sullo stesso mercato sono passati quasi al 4%, l’adeguamento del prezzo delle obbligazioni fa sì che il titolo valga un 20% in meno. E’ quello che è successo ai BTP italiani, come per esempio quello con scadenza 01.06.2032 e cedola 0,95.

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