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Lettera #43.2 Case e crisi: la sindrome cinese

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A cura di
RadioBorsa

A livello mondiale se l’Europa non ride trovandosi invischiata in una guerra che è sia militare che economica, la Cina ha poco da sorridere.

L’economia cinese è sotto pressione in vista del 20° Congresso nazionale del partito comunista cinese che si svolgerà questo autunno.

La crisi immobiliare sta provocando effetti molto negativi e non solo economici ma anche di credibilità del governo cinese.

Non sono mancate proteste anche plateali da parte di coloro che si sono indebitati per acquistare appartamenti che forse non verranno mai consegnati e il balzo della disoccupazione giovanile è qualcosa di poco promettente per il regime cinese.

Centinaia di migliaia di acquirenti di case arrabbiati non stanno più pagando gli interessi del mutuo e stanno sfogando la loro rabbia in pubblico sui social media. Edifici in rovina, anche perché gli sviluppatori immobiliari hanno finito i soldi.

Xi Jinping, l’uomo forte alla guida del Partito Comunista, vuole essere confermato per un terzo mandato al 20° Congresso nazionale del Partito dove di fatto si incoronerà leader del partito a vita.

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Ma è in forte difficoltà e nelle ultime settimane il governo cinese sta annunciando diverse misure per cercare di rilanciare l’economia e riacquistare credibilità e fra queste ha attuato anche una “retata” di truffatori finanziari.

La politica zero Covid del governo sta bloccando qualsiasi slancio e l’economia cinese è cresciuta solo dello 0,4% nel secondo trimestre e l’obiettivo ufficiale di crescita del 5,5% per il 2022 sembra una meta sempre più difficile da raggiungere.

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