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Lettera #40 L’inflazione si surriscalda, come proteggersi imparando dalla Coca Cola

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A cura di
RadioBorsa

Anche se il mondo sembra che stia finendo il mondo delle buone imprese e della buona finanza non si ferma, perché il denaro paziente è sempre a caccia di buone opportunità di affari e investimento.

Come ci ricorda il grafico di Charlie Bilello, consulente finanziario americano e fondatore di Compound Capital Advisor, pur con tutti i mal di pancia che bisogna sopportare, tenere i soldi liquidi rispetto ad averli investiti non è si è rivelato finora mai nel tempo un’idea meravigliosa per proteggere il proprio capitale. Ma al contrario uno dei modi più sicuri per vedere falcidiato nel tempo il potere d’acquisto.

Basti pensare che fino alla fine degli anni ’50 una bottiglietta di Coca Cola costava 5 centesimi di dollari; oggi oltre 2 dollari. Quaranta volte di più.

A inizio anni ’60 il prezzo delle azioni si aggirava intorno agli 0,25 dollari, attualmente intorno ai 60 dollari Usa.

Così si muovono i mercati e in ufficio a Lerici ce lo ricorda una pagina di una copertina de L’Espresso del luglio 1971 dove il titolo drammatico “LA BORSA A PICCO” non sembra lasciare molte speranze ai risparmiatori italiani nemmeno per il futuro. Inutile dire che le cose sono andate poi diversamente.

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Nelle scorse settimane abbiamo raccolto diverse email di risparmiatori che sono rimasti colpiti dal contro-dossier “ESG”.

Non siamo certo (e lo ribadiamo) per gli investimenti “irresponsabili”, ma non ci piace guardare ai risparmiatori come ad individui con occhi foderati di fette di prosciutto e tipi a cui raccontare favole, ma persone mature informate che devono essere in grado di valutare i pro e contro di ogni scelta.

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