Cos’è lo spread denaro–lettera (o bid-ask) e perché è così importante conoscerlo prima di acquistare ETF, azioni o obbligazioni?
In questo episodio affrontiamo uno degli aspetti più tecnici ma spesso sottovalutati dagli investitori: la differenza tra prezzo denaro e prezzo lettera, cioè tra quanto un acquirente è disposto a pagare e quanto un venditore richiede per cedere il titolo.
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Lo spread può sembrare un dettaglio, ma in realtà rappresenta un costo nascosto che può incidere anche in modo rilevante sulle operazioni. Attraverso esempi pratici analizziamo casi reali, come un’obbligazione Leonardo con spread superiore all’1 per cento, il titolo Intesa Sanpaolo caratterizzato da un differenziale minimo tipico dei titoli molto liquidi, oppure un ETF Xtrackers con bassi volumi scambiati ma comunque con spread contenuto grazie al ruolo del market maker. Parliamo anche di come funziona il book di negoziazione e di quanto sia determinante la liquidità effettiva di uno strumento.
Spieghiamo quando conviene utilizzare un ordine limite per proteggersi da spread troppo ampi e perché lo stesso strumento può mostrare differenze significative a seconda del controvalore dell’operazione.
Nel corso dell’episodio sfatiamo alcuni luoghi comuni: gli ETF sono davvero strumenti poco liquidi? È corretto giudicarne la liquidità solo dai volumi giornalieri? Le piattaforme a zero commissioni sono sempre la scelta più efficiente per investire?
Infine, vedremo perché è preferibile acquistare titoli ed ETF direttamente sulla borsa principale, come Borsa Italiana o Xetra, evitando mercati secondari meno trasparenti che spesso presentano spread più ampi. L’obiettivo è offrirti strumenti concreti per rendere le tue decisioni di investimento più consapevoli e informate.
Se il tema ti interessa e vuoi un approfondimento dedicato alla liquidità degli ETF, con focus su masse in gestione, volumi e spread, faccelo sapere nei commenti: potrebbe essere il prossimo argomento che tratteremo.
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