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La Vitara del ’91 e il vantaggio cinese delle 14 volte – Lettera #169

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A cura di
RadioBorsa

Mentre i mercati festeggiano sui massimi storici in attesa delle mosse della Fed e del nuovo corso di Trump, la realtà ci presenta il conto sotto forma di un’inflazione che non si batte con gli slogan. Negli Stati Uniti la guerra ai prezzi si sposta letteralmente a tavola: il costo della carne bovina è alle stelle perché le mandrie sono ai minimi dagli anni ’50 e i “tempi della natura” necessari per allevare un manzo non rispondono ai decreti presidenziali, scontrandosi con dazi e carenza di offerta che colpiscono duramente il portafoglio delle famiglie.

Se la natura ha i suoi tempi lenti, la politica europea sembra aver perso il senso del tempo e della realtà sul fronte dell’auto. Il muro del 2035 per lo stop ai motori termici sta crollando: la Germania preme per una retromarcia, i colossi come Stellantis e Volkswagen soffrono in Borsa e perdono posti di lavoro, mentre i consumatori, spaventati dai costi e dall’incertezza tecnologica, si tengono strette le vecchie auto a combustione. È la prova che non si può costringere il mercato a bere se non ha sete, o meglio, se non ha i soldi per farlo.

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Nel frattempo, a Est, c’è chi corre a una velocità doppia. La Cina non è più solo la “fabbrica del mondo”, ma una macchina da guerra deflattiva iper-efficiente. I dati sono impietosi: nella Gigafactory di Shanghai, Tesla ottiene un vantaggio produttivo di 14 volte per ogni dollaro di stipendio rispetto alla California. Non è solo questione di manodopera a basso costo, ma di un ecosistema dominato dalla robotica e da una filiera integrata che sta spingendo giganti come Volkswagen a “cinesizzarsi” per sopravvivere.

Ci troviamo quindi di fronte a un paradosso globale: da un lato l’Occidente che lotta tra ideologia green e inflazione, rischiando di trasformare la sua industria storica in un museo; dall’altro una Cina che esporta deflazione e domina la manifattura, costringendo i vecchi leader a rincorrere. Per noi investitori, la lezione è brutale ma necessaria: l’ideologia, prima o poi, si schianta sempre contro la realtà del portafoglio.

In questo episodio analizzeremo come muoversi in questo scenario complesso. Perché se il valore si sta spostando dalla progettazione occidentale alla produzione efficiente asiatica, il nostro compito non è fare il tifo, ma adattare le strategie per non restare a piedi, proprio come chi si ostina a ignorare che il mondo dell’auto — e dell’economia — è cambiato per sempre. Buon ascolto.

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