Nell’ultima settimana i mercati azionari hanno perso il 2-3% a causa del taglio del rating USA e delle minacce di Trump sui dazi europei, poi rientrate con una proroga fino a luglio. Negli ultimi tre mesi, però, sono gli Stati Uniti ad aver sofferto di più: il dollaro ha perso l’8% e l’indice S&P 500 il 3,5%, mentre l’Europa ha tenuto meglio, con alcuni settori in forte crescita, come utility, banche e assicurazioni. In calo in entrambi i continenti il farmaceutico e il lusso.
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L’instabilità politica americana e l’impatto dell’intelligenza artificiale stanno ridisegnando le prospettive di diversi settori, favorendo quelli più legati ai beni essenziali e ai servizi locali. In questo contesto, detenere solo liquidità si rivela sempre più rischioso: l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto del 18% in cinque anni, mentre oro e obbligazioni mostrano segnali di forza. Meglio puntare su una strategia diversificata e coerente, perché il rischio zero non esiste, ma restare fermi può essere il rischio maggiore.
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